La violenza sulle donne è una tra le violazioni dei diritti umani più diffuso al mondo ed è solito indicarla col termine “femminicidio”. Tale fenomeno si verifica in Italia ed in altri paesi del mondo, principalmente sulle ragazze a partire dai 14 anni per moventi come la gelosia, la vendetta, la separazione etc.
Sono sempre di più gli ex, gli amanti, i mariti o addirittura i figli che abusano di una donna ferendola fisicamente e psicologicamente. Per la maggior parte dei casi si arriva alla morte. Per commemorare tutte queste vittime, durante la giornata del 25 novembre, i governi hanno invitato la popolazione ad organizzare delle attività per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ciò è stato deciso anche affinché diminuisca il numero di donne uccise da uomini. In Italia, tra il 2006 e il 2013 è stato registrato un numero di ben 364 vittime. Molto spesso chi commette questi crimini non è del tutto consapevole della gravità di dell’atto che compie. Un esempio è un giovane ragazzo femminicida di Modena, che, dopo aver confessato si rivolse al giudice dicendo: “ Ho sonno”; ora che ho confessato posso andare a dormire?”.
Fino ad alcuni decenni fa, in Italia bastava dimostrare che l’omicida era stato “disonorato” dalla condotta della moglie e che quindi aveva il diritto di ucciderla. Nel 1981 questa legge è stata eliminata e il modo di pensare è cambiato. Nonostante ciò, questo terribile “trend” non è stato ancora del tutto eliminato e ci sono ancora molti assassini che sono a piede libero.
Anna Giulia Cardillo e Alessandra Albrizio III C