Nell’ambito del percorso di conoscenza del territorio della nostra città, il nostro Istituto ha scelto di “adottare” il particolare sito del CIMITERO DELLE 366 FOSSE, un luogo molto particolare e caratteristico della nostra Napoli dei tempi dell’Illuminismo. Dopo aver dedicato alcune lezioni alla storia e alle caratteristiche del luogo, la prof.ssa di Arte e Immagine ci ha portati a visitare questo sito per conoscerlo e analizzarlo dal vivo. Con i mezzi pubblici siamo arrivati ai piedi della collina del noto cimitero di Poggioreale, dove il re Ferdinando IV di Borbone fece costruire dall’architetto Fuga il Cimitero delle 366 Fosse (detto anche Cimitero di Santa Maria del Popolo). Questo cimitero è il primo esempio a Napoli di un’area destinata esclusivamente ai poveri e la sua costruzione fa parte delle attenzioni che il re dedicava ai più bisognosi della città durante il suo regno. Infatti l’Albergo dei Poveri, sempre voluto da lui, si occupava dei poveri del Regno quando erano in vita mentre il Cimitero delle 366 fosse li accoglieva al termine della loro vita, quando avevano bisogno di essere seppelliti. La sua costruzione rappresenta quindi qualcosa di veramente unico, soprattutto per il modo estremamente razionale in cui venne progettato e costruito, come una specie di calendario di morte che scandiva i singoli giorni dell’anno.
Entrando nel cimitero, abbiamo subito notato la sua forma quadrata, delimitata da un muro perimetrale con un portale d’ingresso in cui si trova un simbolo mortuario e con ai lati due grandi lapidi che descrivono l’apertura di questo cimitero per volere del re Ferdinando.

Il grande cortile interno è suddiviso in 366 ipogei, cioè fosse, suddivise in 19 file per 19 righe, a cui si aggiungono altre 6 fosse all’ingresso. Tutte sono numerate in ordine crescente secondo i giorni dell’anno, compresi quelli bisestili. Ogni giorno alle 18.30 veniva sollevata la pietra tombale del giorno, veniva data sepoltura ai defunti di quel giorno stesso e poi la pietra veniva richiusa e sigillata.

                           

Solo la fossa centrale non serviva per la sepoltura ma per la raccolta dell’acqua piovana.
La caratteristica unica di questo cimitero era proprio il fatto di dare un ordine cronologico alle sepolture per tutto l’anno e di poter determinare con assoluta certezza la collocazione delle salme, facendo in modo che così i familiari sapessero dove trovare i loro cari.
Purtroppo alla fine del 1800, dopo aver accolto circa 700.000 salme, il cimitero venne chiuso perché considerato non più adatta alle esigenze di quei tempi e ancora oggi, purtroppo, nonostante la grande importanza storica e sociale che questo cimitero ha avuto, versa in condizioni di totale abbandono a cui cerca di fare fronte solo la cura del Custode a cui è affidata l’area.

 

 

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