Il primo febbraio, assieme ad alcuni altri compagni della “Nicolini Di Giacomo”, accompagnati dal Professor Gryllos, siamo andati alla Biblioteca Nazionale per incontrare Serena Venditto, per il concorso “La Pagina che non c’era”. Nel pulmino che ci ha portati a Palazzo Reale ero ansioso di arrivare, non vedevo l’ora di conoscerla, mi domandavo come sarebbe stata, che tipo di persona fosse una vera scrittrice, e come si sarebbe svolto l’incontro e che tipo di sensazioni mi avrebbe provocato la sua conoscenza.
Arrivati a Piazza Plebiscito ho purtroppo rivisto le scene ormai familiari di tanti militari e carabinieri armati a guardia della zona che, danno senso di protezione, ma che mi ricordano che siamo sempre in un tempo di aggressioni e guerre infinite; poi però abbiamo scoperto che era in corso un meeting internazionale delle forze dell’ordine.
Ma finalmente varcato l’ingresso entriamo in una sala decorata dai colori del bianco e dell’oro ed al centro dietro un tavolo c’era lei, l’autrice del libro “L’ultima mano di burraco”. Una giovane donna dagli occhi sorridenti che ci salutava tutti con grande gentilezza; tutt’altro che la persona seriosa e scostante che chissà perché mi immaginavo dovesse essere uno scrittore. Si è mostrata da subito molto simpatica e sentirla parlare della sua passione per i gatti me l’ha fatta sempre più immaginare somigliante ad un gatto che ama tanto, con tanta voglia di farsi accarezzare, attraverso le pagine del suo libro con il quale fa le fusa ai suoi lettori cercando di affascinarli e portarli nel suo mondo per regalare emozioni che vuole condividere grazie alle sue parole. È stato un incontro davvero piacevole ed il momento dell’autografo sul mio libro, un momento bellissimo. Autografo che manco a dirlo ha voluto completare con un miao, a conferma della mia idea di lei, una splendida elegante gatta che vuole stregare con la forza dei suoi racconti i suoi lettori.
di Ernesto Genova I C