Ciao a tutti, siamo Eugenio Coppola e Antonio Sparnelli. Frequentiamo la classe 2BD e oggi porteremo l’articolo riguardante il caso Massimo Bossetti e l’omicidio di Yara Gambirasio. Yara Gambirasio era una tredicenne scomparsa nel 2010 il 26 novembre e ritrovata il 26 febbraio 2011 assassinata. Questo caso ha assunto una visibilità mediatica elevata, anche perché la ragazza era molto giovane, ma soprattutto per l’arresto di un primo sospettato per cui si sono indagati 25.700 locali per scovare l’assassino. Nata il 21 maggio 1997, il giorno venerdì 26 novembre 2010 Yara scomparve. Era diretta verso la sua palestra a cui era solita andare, verso le 17:30, per riconsegnare uno stereo alla propria insegnante di danza. Disse alla madre che dopo aver consegnato lo stereo sarebbe rimasta lì per guardare le ragazzine più piccole allenarsi. Rimase in palestra fino alle 18:40, dopoché di Yara non c’erano più tracce (anche perché le telecamere della palestra erano disattivate). Tra le 18:25 e le 18:40 Yara messaggiò a una sua amica di danza ritmica. Dopo le 18:49 il telefono non venne più ritrovato. Il 16 giugno 2014 viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore, l’unico sospettato grazie al test del DNA che era molto compatibile (ma non del tutto) al DNA di “ignoto 1”, ritrovato sui leggins e slip strappati di Yara. In un finto controllo stradale, mediante l’etilometro, venne prelevato il DNA a Massimo Bossetti, l’unico dei due figli maschi della Arzuffi che viveva nella zona, e venne verificata la corrispondenza del suo DNA nucleare con quello rinvenuto sulla vittima. La pubblica accusa, con la certezza virtuale propria della prova genetica, identificò Bossetti come “Ignoto 1”. Altro elemento portato dall’accusa è il fatto che le telecamere di sorveglianza della strada della palestra di Yara filmarono diversi transiti del furgone di Bossetti davanti al centro sportivo; inoltre le celle del suo cellulare furono agganciate quella sera in una zona compatibile con la palestra dove si trovava Yara e infine, come confessò successivamente lo stesso Bossetti, fornì anche un alibi falso.

La difesa contestò la prova genetica per la mancanza di DNA mitocondriale di Bossetti nella traccia genetica rinvenuta ed esaminata. Inoltre, un DNA mitocondriale minoritario presente nel campione 31-G20, non appartenente né alla vittima né a Bossetti, è riferibile, secondo la difesa, a un altro individuo. La procura sostenne che tale traccia genetica potrebbe essere eteroplasmia di Yara, e alcuni genetisti dell’accusa affermarono trattarsi di una sequenza parziale con un tracciato elettroforetico non univocamente interpretabile, sostenendo, comunque, la validità del test anche se relativo al solo DNA nucleare. Bossetti si dichiarò fin da subito innocente e sostiene il trasferimento accidentale di DNA da alcuni attrezzi che gli sarebbero stati rubati, sporchi del suo sangue a causa di epistassi, di cui soffrirebbe regolarmente. La moglie di Bossetti affermò che il marito era con lei a casa la sera della scomparsa di Yara, mentre la sorella gemella denunciò misteriose aggressioni, accuse che per la procura erano infondate.

OPINIONE PERSONALE: opinione di tutti e due: secondo noi Bossetti potrebbe essere innocente, poiché ignoto 1 aveva lo stesso DNA di Bossetti. La violenza sulle donne è a prescindere sbagliata. 

Articolo scritto da EUGENIO COPPOLA E ANTONIO SPARNELLI, 2BD.

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