san-martino

(ph.Campaniartecard)

La Certosa di San Martino.
Gli studenti del circolo
didattico G. Fiorelli e i loro
professori oggi,si sono
recati a visitare la Certosa
di San Martino. Dopo aver
raggiunto a piedi San
Martino la classe è entrata
nel museo.
La professoressa Liguori
ha fatto un’introduzione su
Napoli antica ed in
particolare si è soffermata
a parlare nella sala dei
presepi, la prima sala che
gli studenti hanno visitato.
I presepi non
rappresentano solo Dio,
ma la vita quotidiana degli
antichi.
Nota importante è la
visione simbolica e
metaforica del presepe
napoletano.
Da ricordare che un
sultano ha regalato un
caicco al re, testimonianza
di quanto erano stretti i
contatti tra il mondo turco
e il regno di Napoli.
Di rilievo è il significato di
un pastore “Benito”
addormentato, che sogna
un presepe attraverso se
stesso. Questa è
l’esemplificazione dello
spirito colto del popolo
napoletano e l’idea della
finzione.
Successivamente le guide
del FAI hanno accolto gli
studenti, mostrando loro
le varie sale e dato loro
brevi cenni storici sulla
Certosa di San Martino.
La certosa di San Martino
fu fondata nel 1325 da
Carlo duca di Calabria, che
la volle in una posizione
dominante sulla città,
accanto al castello di
Belforte (Castel S. Elmo).
La prima soluzione era una
grandiosa costruzione
gotica di cui rimangono
oggi pochi elementi a
causa della radicale
ristrutturazione in stile
barocco del Seicento, cui
parteciparono tutti i grandi
artisti napoletani del
tempo, sotto la direzione
di Cosimo Fanzago.
La chiesa, di tipico stampo
barocco, si caratterizza per
decorazioni pittoriche di
Solimena, Vaccaro, Luca
Giordano e Ribera e per gli
interventi architettonici e
scultorei dello stesso
Fanzago; notevoli sono il
coro, le cappelle laterali e
la sala del tesoro.
Un esempio splendido
dell’arte napoletana
seicentesca è costituito dal
Chiostro Grande,
caratterizzato da colonne
di ordine dorico – toscano,
dal cimiterino dei monaci
certosini (con le bianche
balaustre marmoree
sormontate da teschi
scolpiti), dalle statue del
loggiato, dai busti dei santi
certosini sui portali, dal
finto pozzo nel centro e da
numerosi alberi da frutto.
Il quarto, cioè
l’appartamento, del Priore
fu decorato da celebri
pittori napoletani, e dotato
di un bel pavimento in
cotto e maiolica, tuttora
visibile. Il monastero fu
soppresso nel 1806 dai
francesi, e all’abbandono
dei certosini le opere lì
custodite furono acquisite
dallo stato. Oggi la Certosa
ospita il Museo Nazionale
di San Martino, dedicato
alla storia cittadina e con
una ampia, suggestiva,
esposizione di presepi
della scuola napoletana.
Esperienza strepitosa: i
ragazzi hanno partecipato
con attenzione ed
entusiasmo per tutto il
percorso mostratogli.
In una città così bella
come quella di Napoli con
un patrimonio artistico così
vasto e unico, sarebbe
proprio un peccato non
poter visitare ed
apprezzare da vicino tali
meraviglie.
di Lorenza De Magistris

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