Mercoledì 10 gennaio, la nostra scuola si è recata al “Teatro dei Piccoli”, nei pressi della Mostra d’Oltremare, in quel di Fuorigrotta, per assistere alla presentazione del libro “Nemmeno  con un fiore” scritto da Fabrizio Silei.

Questi nasce a Firenze, si definisce un lettore forte, appassionatissimo dell’olocausto, negli ultimi cinque anni ha intervistato molti sopravvissuti e figli di deportati e da loro ha preso spunto per ideare i suoi capolavori; nel 2014 vince il prestigioso premio “Andersen” a cui tutti gli scrittori ambiscono.

Andando al libro, secondo me è ben scritto e comprensibile da tutti i lettori anche perché la tematica trattata, la violenza sulle donne, purtroppo è molto attuale e presente al giorno d’oggi.

Al teatro c’erano parecchie scuole che come la nostra hanno aderito al progetto che consiste nel far cimentare i giovani nella scrittura di una pagina che appunto non è prevista nella stesura del libro.

Noi tutti abbiamo fatto innumerevoli domande all’autore per farci chiarire alcuni passi del libro che non avevamo capito oppure c’è stato chi, come me, ha voluto chiedere consiglio su come scrivere il libro “perfetto”; mi ha colpito l’immediatezza con cui l’autore inventa i suoi monologhi sul momento per spiegare alcune metafore che non erano chiare a tutti; anche l’espressione e la recitazione con cui lo scrittore ha letto una pagina molto significativa del libro che riveste una grande importanza nella storia.

La vicenda è ambientata in Italia, Nicola è un ragazzo di undici anni come tutti gli altri, ama i fumetti e ama la sua famiglia; purtroppo non è tutto rose e fiori come pensa, ma il padre è violento con la famiglia, soprattutto della sorella e della madre; sul loro cammino compare Sarolta, una senzatetto scampata ai campi di concentramento in Ungheria.

Sarolta si rivelerà la chiave di svolta per la famiglia e per la sua salvezza.

La giornata si è conclusa con l’autografo di Fabrizio e una foto ricordo.

Ripensando alla giornata di oggi, mi sento arricchito e appagato dal punto di vista di lettore che finalmente ha potuto incontrare un autore fisicamente e non più solo metaforicamente.

Adesso, tocca a noi scrivere, non sarà facile, ma sicuramente sarà divertente imitare Silei e magari imparare a scrivere proprio come fa lui.

di Francesco Musetta III F

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