Domenica 23 febbraio,
è cambiato qualcosa, molto probabilmente. Mi sono accorto girando i diversi canali con il telecomando che c’era sempre il capo del governo Conte a parlare in tv. Naturalmente non era per gli auguri, perché si capiva che stava dicendo qualcosa di grave. Anche mia sorella ed i miei genitori ascoltavano attentamente. Subito ho capito che si parlava dell’epidemia da Nuovo Coronavirus che era arrivata dalla Cina a noi. Dopo un po’, continuando ad ascoltare, ho avvertito un senso di preoccupazione anch’io, devo dire, senza neanche capire il perché. Però sentire che era l’Italia di fronte ad una situazione grave, che si dovevano prendere provvedimenti per la salute dei cittadini mi faceva avvertire che era una cosa seria. Le battute, i meme dei giorni prima, spesso anche razziste nei confronti dei cinesi, forse per sfuggire alla paura erano finite. Ormai l’epidemia era da noi. Ma come? Come è arrivata qui così da lontano se avevamo chiuso anche i voli dall’estero? Insomma tutto?
Poi, chiedendo a mio padre, ho saputo che non era vero. Avevamo chiuso solo quelli che venivano direttamente dalla Cina e non quelli che facevano scalo prima in altri aeroporti europei, e per lo più aggiungeva che tra treni, pullman, auto private dalla Svizzera dalla Francia era impossibile che non arrivasse qui come in altre parti del mondo,
Mi è venuto perciò il sospetto quasi subito che ci prendessero in giro quando dicevano che la chiusura dei voli ci avrebbe protetto, forse per prendere tempo? O per quale motivo?
Sono passati i giorni a casa, la scuola chiusa mi porta a vedere più telegiornali di quanto facevo prima, e mi sto facendo sempre più l’idea che c’è qualcosa che non va in chi governa questa situazione. Nei primi giorni infatti dicevano che erano necessarie misure severe per bloccare il contagio. E sono stati messi in quarantena interi paesi. Poi sono aumentati ugualmente i contagiati nel nord Italia sopratutto, a dimostrare che non bastava a diminuire il contagio come non era bastato il blocco dei voli dalla Cina. I giornali e le trasmissioni parlavano solo di questa emergenza sempre in maniera più grave. Gli ammalati aumentavano assieme ai primi morti. L’epidemia ormai era l’unico problema di cui si parlava. Questo fino a metà settimana. Poi cambia tutto o quasi tutto. Inizio a sentire dire che il Coronavirus, o CO-VID 19, non è così grave ma è una semplice influenza che va evitata se possibile. Eppure i morti aumentano, sono ben 79, anziani dicono tutti, ma mi sembra non giusto parlare così con poco rispetto di anziani che non ci sono più, un po’ come quando parlavamo allo stesso modo di un problema cinese come non fossero persone come noi.
Sabato 29 febbraio,
Ormai siamo a sabato vedo che si fa di tutto per provare a parlare in maniera sempre meno preoccupata della cosa, perché la preoccupazione è cambiata. Oggi siamo preoccupati degli Stati che non vogliono più far entrare gli Italiani, ormai i nuovi cinesi d’Europa. Come siamo preoccupati dell’economia che sta andando sotto sopra con turisti che non vogliono più venire in Italia per paura.
Mi sembra quasi una sorta di quelle fiabe in cui ti trasformi in ciò che hai più odiato per paura.
Domenica 1 marzo,
E così noi campani, che gridavamo ad Ischia di non venire ai Lombardi e ai Veneti a contagiarci e che erano incivili, perché noi sani a differenza loro, ed invece oggi domenica 1 marzo scopriamo che abbiamo a Napoli 13 contagiati e molti proprio nel nostro quartiere.
Questa emergenza mi sembra che sta dimostrando che non sappiamo proprio stare assieme anche di fronte ad un pericolo, ognuno risponde a modo suo, ogni gruppo contro un altro, senza capire bene come fronteggiare il pericolo e che l’unione e la forza dello stare assieme è l’unica possibilità che abbiamo per vincere difficoltà di qualsiasi tipo, cosa che forse sapevano meglio i nostri antenati preistorici quando dovevano combattere per abbattere i Mammut, mentre oggi in maniera divisa ci facciamo sconfiggere da un micro organismo cedendo alla paura.
di Ernesto Genova IC