L’altro giorno con mia nonna sono andata a visitare Napoli Sotterranea ed  ho imparato ad osservare.
Appena arrivati ho osservato l’entrata, era in mattoni un po’ verdi con  al centro una faccia strana che non ti  immagineresti di trovare in luoghi abituali e una volta entrate c’erano una marea di scale umide e scivolose e per questo mi mantenevo alla ringhiera. Ad un tratto delle scale c’era anche un solco con all’interno una vecchia tuta con un casco, che usavano per scavare. Lì era piuttosto freddo visto che ci  trovavamo  molto in  basso. Appena arrivati più in profondità la guida ci ha spiegato che il pavimento dove camminavamo era fatto di rifiuti e di una sorta di “fango” e in alcuni tratti c’erano dei pilastri molto doppi che servivano per non far arrivare le bombe che lanciavano fin laggiù,  ma  a farle rimanere in superficie. Lì sotto c’erano dei giocattoli degli anni 40, non  della nostra epoca,  perché in quegli anni non tutte le case erano ben costruite allora alcuni  si rifugiavano là sotto . Nella stessa zona c’era un carrarmato usato da un gruppo di ragazzi per le 4 giornate di Napoli, cioè quando Napoli riesce a cacciare i nazisti senza l’aiuto delle potenze. Vi chiederete come? Anche io quel giorno me lo sono domandata e la guida,  come se mi avesse letto nel pensiero, ci disse che i napoletani, con un trabocchetto  ingannarono i tedeschi, anche grazie a questi bambini che venivano  chiamati scugnizzi  (anche se  il significato di  oggi è diverso) che aiutavano gli adulti nella guerra. Oggi invece viene chiamato così un bambino di strada molto vivace e a volte scostumato.

Alla fine siamo andate a vedere anche una casa molto particolare. Siamo entrati e la guida ci ha spiegato  che il letto si spostava e sotto c’era una botola da cui si scendeva ancora più giù e quando siamo usciti ho detto a mia nonna che era stato tutto fantastico . Quella giornata mi è piaciuta tantissimo e  mi sono divertita molto.

Alice Esposito

IV E

PLESSO RADICE

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